Disturbi da Sintomi Somatici e correlati

  • Disturbo da Sintomi Somatici
  • Disturbo da Ansia di Malattia
  • Disturbo di Conversione
  • Fattori Psicologici che influenzano altre condizioni mediche
  • Disturbo Fittizio

Disturbo da Sintomi Somatici

Tipicamente gli individui con disturbo da sintomi somatici presentano contemporaneamente molteplici sintomi somatici, che procurano disagio o portano ad alterazioni significative della vita quotidiana (Criterio A) e ad avere livelli molto elevati di preoccupazione riguardo la malattia (Criterio B).

Criteri diagnostici
Uno o più sintomi somatici che procurano disagio o portano ad alterazioni significative della vita quotidiana.
Pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi correlati a sintomi somatici o associati a preoccupazioni relative alla salute, come indicato da almeno uno dei seguenti criteri:
  • Pensieri sproporzionati e persistenti circa la gravità dei propri sintomi
  • Livello costantemente elevato di ansia per la salute o per i sintomi
  • Tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a preoccupazioni riguardanti la salute
  • Sebbene possa non essere continuamente presente alcuno dei sintomi, la condizione di essere sintomatici è persistente (tipicamente da più di 6 mesi).
Specificare:
  • con dolore predominante (in precedenza disturbo algico)
  • persistente (un decorso caratterizzato da sintomi gravi, marcata compromissione e lunga durata (più di 6 mesi)
  • Caratteristiche associate a supporto della diagnosi
  • Caratteristiche cognitive del disturbo da sintomi somatici: attenzione focalizzata sui sintomi somatici; attribuzione di normali sensazioni fisiche a una malattia organica (con eventuali interpretazioni catastrofiche); paura di essere malati e che qualsiasi attività fisica possa essere nociva per il corpo.
Caratteristiche comportamentali del disturbo da sintomi somatici: ripetuto controllo del corpo alla ricerca di anomalie; reiterata richiesta di aiuto o rassicurazione da parte del medico; evitamento dell’attività fisica e frequenti richieste di auto medico riguardanti sintomi somatici differenti.

Prevalenza
La prevalenza del disturbo da sintomi somatici non è nota. Nella popolazione generale adulta può essere del 5-7%. Le femmine tendono a riferire più sintomi somatici rispetto ai maschi ed è probabile che la prevalenza sia più alta nelle femmine.

Sviluppo e decorso
Negli anziani il disturbo da sintomi somatici può essere sotto-diagnosticato ed è fondamentale concentrarsi sul Criterio B. Nei bambini è preminente un unico sintomo: dolore addominale ricorrente, mal di testa, spossatezza, nausea.

Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio si annoverano i fattori temperamentali (es. nevroticismo), i fattori ambientali (es. scarsa scolarizzazione, basso status socio-economico, recenti eventi di vita stressanti) e i modificatori del decorso (caratteristiche demografiche, abusi o avversità durante l’infanzia, concomitante malattia organica cronica, disturbo psichiatrico, stress, fattori sociali di rinforzo come l’indennità di malattia. I fattori cognitivi che influenzano il decorso clinico, la sensibilizzazione al dolore, l’accresciuta attenzione alle sensazioni fisiche, l’attribuzione dei sintomi a una possibile malattia organica.

Disturbo da Ansia di Malattia

La maggior parte degli individui ipocondriaci è ora classificata come avente il disturbo da sintomi somatici; tuttavia, in una minoranza di casi, si applica invece la diagnosi di disturbo da ansia di malattia. Tale disturbo comporta la preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia non diagnosticata (criterio A); i sintomi somatici non sono presenti, o, se presenti, sono solo di lieve entità (criterio B); la preoccupazione riguardante l’idea di essere malati è accompagnata da una sostanziale ansia per la salute e per la malattia (criterio C). La malattia diventa un elemento centrale dell’identità. Gli individui con questo disturbo controllano ripetutamente se stessi (allo specchio) o fanno ricerche eccessive sulla malattia che pensano di avere (Criterio D). In alcuni casi l’ansia porta a un evitamento disadattivo di situazioni (es. visita a familiari malati) o di attività (es. esercizio fisico) in quanto si pensa che possa mettere a repentaglio la propria salute.

Criteri diagnostici
  • Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
  • I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla (per es., in presenza di importante familiarità), la preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata.
  • E’ presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute.
  • L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (per es., controlla ripetutamente il proprio corpo, cercando segni di malattia) o presenta un evitamento disadattivo (per es. evita visite mediche o ospedali).
  • La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi, ma la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di tempo.
  • La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale, come il disturbo da sintomi somatici, il disturbo di panico, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di dismorfismo corporeo, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo delirante di tipo somatico.
Specificare:
  • Tipo richiedente l’assistenza: assistenza medica usata frequentemente
  • Tipo evitante l’assistenza: assistenza medica usata raramente
  • Caratteristiche associate a supporto della diagnosi
  • Generalmente utilizzano con frequenza i servizi sanitari, ma non si rivolgono ai servizi si salute mentale in misura maggiore della popolazione generale. Spesso consultano più medici per lo stesso problema e ottengono ripetutamente risultati negativi nei test diagnostici.
Prevalenza
Stime sulla prevalenza del disturbo da ansia di malattia si basano su quelle del DSM-III e DSM-IV per la diagnosi di ipocondria. La prevalenza a 1-2 anni di ansia per la salute e/o convinzione di essere malati in studi di comunità e campioni basati sulla popolazione varia tra 1,3 e 10%. Nelle popolazioni mediche ambulatoriali, i tassi di prevalenza 6 mesi / 1 anno variano fra 3 e 8%. La prevalenza del disturbo è simile in maschi e femmine.

Sviluppo e decorso
Insorgenza e decorso del disturbo da ansia di malattia non sono chiari. Si pensa che si tratti di una condizione cronica recidivante con esordio nella prima età adulta e nella mezza età. Negli anziani la preoccupazione per la salute si concentra sulla perdita della memoria. Il disturbo è ritenuto raro nei bambini.

Fattori di rischio
Fattori ambientali quali un forte stress o da una minaccia di vita (storia di abuso o grave malattia durante l’infanzia possono predisporre allo sviluppo del disturbo in età adulta).

Conseguenze funzionali
Spesso il disturbo da malattia causa una notevole compromissione della qualità della vita.
Le preoccupazioni riguardanti la salute, spesso interferiscono con le relazioni interpersonali, alterano la vita familiare e danneggiano le prestazioni professionali.

Disturbo di Conversione

Nel disturbo di conversione possono essere presenti uno o più sintomi di vario tipo. I sintomi motori comprendono la debolezza o paralisi; movimenti anomali, come tremori o movimenti distonici; anomalie della deambulazione e postura anormale degli arti. I sintomi sensoriali sono sensibilità tattile, visiva o uditiva alterata, ridotta o assente. Episodi di anormale e generalizzato tremore agli arti con apparente compromissione o perdita di coscienza possono assomigliare a crisi epilettiche. Ci possono essere episodi di insensibilità agli stimoli simili alla sincope o al coma. Altri sintomi includono un ridotto o assente volume della voce (disfonia/afonia), un’articolazione alterata (disartria), una sensazione di nodo alla gola e diplopia.

Criteri diagnostici
  • Uno o più sintomi di alterazione della funzione motoria volontaria o sensoriale.
  • I risultati clinici forniscono le prove dell’incompatibilità tra il sintomo e le condizioni neurologiche o mediche conosciute.
  • Il sintomo o il deficit non sono meglio spiegati da un altro disturbo medico mentale.
  • Il sintomo o il deficit causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, oppure richiedono una valutazione medica.
Specificare il tipo di sintomi:
  • con debolezza o paralisi
  • con movimento anomalo
  • con sintomi riguardanti la deglutizione
  • con sintomi riguardanti l’eloquio
  • con sintomi epilettiformi o convulsioni
  • con anestesia o perdita di sensibilità
  • con sintomi sensoriali specifici
  • con sintomi misti
Specificare se:
  • episodio acuto: i sintomi sono presenti per meno di 6 mesi
  • persistente: i sintomi si verificano per sei mesi o più
Specificare se:
  • con fattore psicologico stressante
  • senza fattore psicologico stressante
Caratteristiche associate a supporto della diagnosi
Ci può essere una storia di molteplici sintomi somatici o l’esordio può essere associato a stress o trauma di natura psicologica o fisica. Tuttavia, anche se la valutazione dello stress o del trauma è importante, si potrebbe porre la diagnosi anche in assenza di suddetti stress e traumi
Prevalenza
Sintomi transitori di conversione sono comuni, ma l’esatta prevalenza del disturbo è sconosciuta. Questo dipende dal fatto che la diagnosi richiede una valutazione diagnostica in ambiente specialistico, dove è indentificato in circa il 5% degli individui che si rivolgono a una clinica neurologica. L’incidenza dei sintomi di conversione persistenti individuali è stimata essere 2-5/100.000 per anno. Il disturbo di conversione è 2-3 volte più comune nelle femmine.

Esordio
L’esordio è stato riscontrato a qualsiasi età, mentre il maggior numero di attacchi “non epilettici” si verifica nella terza decade e i sintomi motori hanno il loro picco di insorgenza nella quarta decade. I sintomi possono essere transitori o persistenti. La prognosi può essere migliore nei bambini più piccoli, piuttosto che negli adolescenti o negli adulti.

Fattori di rischio
Fattori temperamentali, fattori ambientali (abuso, trascuratezza, eventi di vita stressanti), fattori genetici e fisiologici (es. presenza di una malattia neurologica), mentre l’accettazione della diagnosi può costituire un modificatore del decorso a favore di una prognosi positiva, comorbidità di malattie fisiche o l’ottenimento di pensioni di invalidità possono costituire fattori prognostici negativi.

Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche

La caratteristica essenziale dei fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche è la presenza di uno o più fattori psicologici o comportamentali clinicamente significativi che influenzano negativamente una condizione medica, aumentando il rischio di sofferenza, morte o disabilità. I fattori psicologici e comportamentali comprendono disagio psicologico, pattern di interazione interpersonale, stili di coping e comportamenti disadattivi per la salute come la negazione dei sintomi o la scarsa aderenza alle prescrizioni mediche.

Criteri diagnostici
I criteri diagnostici dei fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche sono:
  • Presente un sintomo o una condizione medica (diversa da un disturbo mentale)
I fattori psicologici o comportamentali influenzano negativamente la condizione medica in uno dei seguenti modi:
  • I fattori hanno influenzato il decorso della condizione medica, come dimostrato da una stretta relazione temporale tra i fattori psicologici e l’insorgenza o l’aggravamento della condizione medica, o la sua guarigione.
  • I fattori interferiscono con il trattamento della condizione medica (per es., scarsa aderenza)
  • I fattori costituiscono ulteriori rischi accertati per la salute dell’individuo
  • I fattori influenzano la fisiopatologia sottostante, scatenando o aggravando i sintomi, o sollecitando attenzione medica.
  • I fattori psicologici e comportamentali del Criterio B non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (per es., disturbo di panico, disturbo depressivo maggiore, disturbo da stress post-traumatico).
Specificare la gravità attuale:
  • Lieve: Aumenta il rischio medico (es. scarsa aderenza ad una terapia ipertensiva).
  • Moderata: Aggrava la condizione medica sottostante (es. l’ansia peggiora l’asma).
  • Grave: Conduce a un ricovero ospedaliero o a una visita di pronto soccorso.
  • Estrema: Mette gravemente in pericolo la vita dell’individuo (per es. ignorare i sintomi di un attacco cardiaco).

Disturbo Fittizio

La caratteristica essenziale del disturbo fittizio è la simulazione, in se stessi o in altri di segni e sintomi medici o psicologici che sono associati a un inganno accertato. La diagnosi richiede la dimostrazione che l’individuo sta volontariamente contraffacendo, simulando o causando segni o sintomi di malattia o infortunio in assenza di evidenti vantaggi esterni.

Criteri diagnostici
I criteri diagnostici del disturbo fittizio provocato a sé sono i seguenti:
  • Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o autoinduzione di un infortunio o di una malattia, associato a un inganno accertato.
  • L’individuo presenta se stesso agli altri come malato, menomato o ferito.
  • Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti vantaggi esterni.
  • Il comportamento non è meglio spiegato da un disturbo mentale, come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico.
Specificare:
  • Episodio singolo
  • Episodi ricorrenti (due o più eventi di simulazione di malattia e/o autoinduzione di lesioni)
I criteri diagnostici del disturbo fittizio provocato ad altri (precedentemente disturbo fittizio per procura) sono i seguenti:
  • Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o autoinduzione di un infortunio o di una malattia in un altro individuo, associato a un inganno accertato.
  • L’individuo presenta un’altra persona (vittima) agli altri come malata, menomata o ferita.
  • Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti vantaggi esterni.
  • Il comportamento non è meglio spiegato da un disturbo mentale, come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico.
Nota: è il perpetratore e non la vittima a ricevere questa diagnosi

Specificare:
  • Episodio singolo
  • Episodi ricorrenti (due o più eventi di simulazione di malattia e/o induzione di lesioni)
Prevalenza
La prevalenza del disturbo fittizio è sconosciuta. Tra i pazienti in ambito ospedaliero si stima che circa l’1% degli individui abbia manifestazioni che soddisfino i criteri per il disturbo fittizio.

Sviluppo e decorso
Il decorso del disturbo fittizio è solitamente caratterizzato da episodi intermittenti. L’esordio del disturbo fittizio avviene solitamente nella prima età adulta, spesso dopo il ricovero per una condizione medica o disturbo mentale.