Sport e apprendimento: Il ruolo dell'immaginazione motoria

Un training che comprenda anche l'immaginazione motoria rende l'allenamento completo perché stimola tutte le componenti coinvolte nella performance sportiva

Cos'è l'immaginazione motoria?

L’immaginazione motoria o “motor imagery” consiste dal punto di vista dell’atleta di formare una rappresentazione mentale di un movimento senza implementare una risposta motoria. La motor imagery (MI) infatti, può essere suddivisa a sua volta in visual imagery e kinaesthetic imagery.
La prima riguarda la composizione all'interno dell’encefalo, di un’immagine di un gesto motorio che sintetizza gli aspetti visivi della percezione (forma, colore, dimensione, posizione nello spazio, coordinate durante il movimento), la seconda invece riguarda la costituzione di una rappresentazione non visiva sintetizzando aspetti propriocettivi, tattili, viscerali (es. temperatura corporea, battiti cardiaci, sensazione di pesantezza o leggerezza di un arto, contrazione muscolare).
Tuttavia se andiamo ad indagare, si può notare come i processi di immaginazione così distinti a livello di costrutto, non seguano due vie neuronali completamente svincolate tra loro. E’ vero che nel caso della visual imagery vi è un coinvolgimento maggiore delle aree occipitali e nella kinaesthetic imagery delle aree somatosensoriali, ma diversi studi hanno dimostrato la compresenza di questi due processi in un network in comune. In particolar modo si fa riferimento alla corteccia supplementare motoria e alla corteccia pre-frontale. Questo significa che diverse modalità di rappresentazione di un atto motorio condividono dei network in comune.

Tale risultato è stato il punto di partenza per un’altra serie di ricerche che hanno indagato sulla comparazione tra i meccanismi neurofisiologici coinvolti nella MI e su quelli coinvolti durante l’osservazione di un atto motorio. Da queste ricerche emerge come osservazione e immaginazione di un atto motorio coinvolgano aree pressoché sovrapponibili. Questi dati hanno potenzialmente un valore importante per chi si occupa di apprendimento.
La fase di pre-adolescenza (8-11 anni) sembrerebbe il crocevia per lo sviluppo di abilità di immaginazione motoria (Visula Imagery) che subisce un lento decremento dai 60 anni di età. La seconda abilità immaginativa (kineasthetic imagery), invece, è strettamente correlata allo sviluppo del sistema limbico che avviene intorno ai 17 anni di età.

Tali risultati sono risultati molto importanti per quanto riguarda l'apprendimento e il perfezionamento di attività sportive specifiche.

In particolare, la visual internal imagery fa riferimento alla visualizzazione di un atto motorio in prima persona, quindi l’atleta immagina/visualizza le parti del suo corpo muoversi, mantenendo quindi delle coordinate spaziali di tipo egocentrico. La visual external imagery invece fa riferimento alla visualizzazione di un atto motorio in terza persona, quindi l’atleta immagina sé stesso da fuori nell'esecuzione di un atto motorio. Nel secondo caso quindi l’atleta è spettatore di sé stesso. Questa suddivisione è stata innovativa nel campo della ricerca in ambito sportivo, perché i risultati descrivono come gli atleti principianti (e spesso più giovani) siano inclini e più propensi ad utilizzare immagini in terza persona nelle fasi di apprendimento di un nuovo atto motorio e immagini in prima persona nella fase di perfezionamento o consolidamento di un atto motorio. Risultati che sono opposti a quelli dei professionisti che sembrano più concentrati sul “sentire” o percepire quelle sensazioni viscerali e tattili legate ad un atto motorio nelle fasi di apprendimento, quindi utilizzando immagini in prima persona, e viceversa sembrano utilizzare immagini motorie in terza persona nella fase di consolidamento o perfezionamento di un atto motorio. 

Modello di allenamento PETTLEP

Sulla base di questi risultati Holmes e Collins (2007) hanno sviluppato il modello PETTLEP per progettare un allenamento basato sull'immaginazione motoria. L’acronimo PETTLEP si riferisce ad alcune caratteristiche che un un allenamento basato sull'immaginazione motoria dovrebbe avere ovvero:

Fisica: l’immagine è più efficace quando include tutti i sensi che sarebbero coinvolti e le sensazioni cinestetiche che potrebbero essere vissute durante le prestazioni effettive.
Ambientale: è importante che l’ambiente in cui si svolge il processo di immaginazione sia simile all'ambiente reale di esecuzione.
Attività: l’attività immaginata deve essere strettamente correlata all'attività effettiva. I partecipanti dovrebbero essere incoraggiati a riportare verbalmente il coinvolgimento fisiologico e comportamentale.
Tempistica: l’equivalenza temporale tra movimento immaginato ed eseguito è importante, i tempi di immaginazione e i tempi di esecuzione dovrebbero essere simili per poter accedere alla stessa rappresentazione motoria durante l’immaginazione.
Apprendimento: il contenuto delle immagini deve essere adattato alla fase di apprendimento in cui si trova attualmente l’atleta. Per prima cosa quindi un esecutore non esperto dovrà pensare di più alla tecnica, ma nelle fasi successive dell’apprendimento potrà focalizzarsi maggiormente sulla “sensazione” del movimento.
Emozione: la persona dovrebbe provare e sperimentare le stesse emozioni associate alla performance, le risposte emotive del performer devono quindi essere incluse nelle immagini.
Prospettiva: le immagini in prima persona, soprattutto nelle fasi iniziali, sono preferibili perché sono più simili a ciò che l’atleta vede quando esegue il movimento.
Tale training, se supportato dalla pratica fisica e dall'osservazione costante, rende l’allenamento completo perché va a stimolare tutte le componenti coinvolte in qualsiasi performance sportiva: Immaginazione, Osservazione, Esecuzione.

In conclusione, l’immaginazione motoria consente quindi di apprendere nuovi atti motori e di perfezionare quelli precedentemente appresi ed è alla base della creatività, cioè di quella capacità di formare e combinare rappresentazioni diverse di uno stesso gesto.



Bibliografia
  • Munroe, KJ. Giacobbi, PR. Hall, C. Weinberg, R. (The four Ws of imagery use: where, when, why, and what. Sport Psychol. 2000;14(2):119–137).
  • MacIntyre, T. Moran, A. (A qualitative investigation of meta-imagery processes and imagery direction among elite athletes. J Imagery Res Sport Phys Activity. 2007;2(1)article 4).
  • Guillot, A. Collet, C. (Construction of the motor imagery integrative model in sport: a review and theoretical investigation of motor imagery use. Int Rev Sport Exercise Psych. 2008;1(1):31–44).
  • Decety,J.,and Grezes,J.(Neural mechanisms subserving the perception of human actions. 1999 ,Trends Cogn. Sci. 3, 172–178).
  • Mizuguchi, N. Nakata, H. Uchida, Y. Kanosue, K. (Motor imagery and sport performance,2012 J Phys Fitness Sports Med 1:103–111).
  • Solodkin, A. Hlustik, P. Chen, EE. Small, S.L. (Fine modulation in network acti8. vation during motor execution and motor imagery. Cereb Cortex 2004,14:1246-1255).
  • Guillot, E. Nadrowska, and C. Collet, (Using motor imageryto learn tactical movements in basketball ,Journal of Sport Behavior, 2009 vol. 32, no. 2, pp. 189–206).
  • Stinear, C.M. Byblow, W.D. Steyvers, M. Levin, O. Swinnen, S.P. (Kinesthetic, but not visual, motor imagery modulates corticomotor excitability, Exp Brain Res. 2006 ,(1-2):157-64).
  • Ruby, P. Decety, J. (Effect of subjective perspective taking during simulation of action: a PET investigation of agency, Nat Neurosci. 2001,546-50).