Spectatoring: preoccupazione sessuale e funzionalità sessuale maschile

Diversi studi hanno riscontrato come negli uomini la soddisfazione circa l’aspetto del proprio pene sia seguito non soltanto da una visione più positiva della propria sessualità, ma anche da un miglioramento dell’esperienza erotica stessa, arrivando anche ad amplificare la percezione di competenza sessuale.

Nei momenti di intimità sessuale la dimensione corporea assume sicuramente un ruolo centrale: in particolare, le cognizioni e valutazioni egoriferite circa l’aspetto del corpo. La preoccupazione specifica per l’aspetto dei genitali è stata riscontrata in letteratura come associata a sintomi depressivi e bassa autostima, da ultimo risultando nell’evitamento delle situazioni che esporrebbero l’individuo a mostrare il proprio corpo nudo, con prevedibili conseguenze sul piano relazionale e sessuale nella coppia, oltre che per un senso più generale di valutazione personale (Tiggemann, Martins & Churchett, 2018; Veale et al., 2015).

Diversi studi hanno riscontrato come negli uomini la soddisfazione circa l’aspetto del proprio pene sia seguito non soltanto da una visione più positiva della propria sessualità, ma anche da un miglioramento dell’esperienza erotica stessa, da ultimo amplificando nell’individuo la percezione di competenza sessuale. Tuttavia, è facile realizzare come normalizzare degli standard irrealistici o distorti circa l’aspetto che i genitali “dovrebbero” avere possa portare gli uomini, in particolare quelli che nutrono delle preoccupazioni circa l’estetica dei propri genitali, a provare sentimenti di inadeguatezza, così come testimoniato dall’aumento vertiginoso delle richieste di interventi per migliorare l’estetica dei genitali o la prestazione sessuale (Veale et al.; 2016).

Da diversi studi è emerso che gli uomini che percepiscono il proprio corpo o genitali come inadeguati hanno più probabilità di sperimentare difficoltà erettili così come maggiori difficoltà nel raggiungere l’orgasmo (Johnson et al., 2014; Veale et al., 2016; Veale et al., 2014). E’ stato teorizzato da Janssen e colleghi (2000) come alla base delle difficoltà sperimentate durante il sesso vi possa essere un’interferenza cognitiva che disturba il focus attentivo degli uomini insicuri del proprio aspetto; il risultato sarebbe quindi quello di distogliere l’attenzione dai cue erotici coadiuvanti l’eccitazione dell’individuo, come ad esempio stimoli contestuali erotici o gli indizi di attivazione fisica, finendo per amplificare le ansie circa la prestazione sessuale. Al pari di ogni altro processo di elaborazione dell’informazione infatti, l’attenzione appare fondamentale per un adeguato funzionamento sessuale, portando all’esperienza cosciente dell’individuo gli indizi fisiologici rilevati in risposa agli stimoli eccitanti e attivando un feedback positivo sull’arousal (Janssen et al., 2000).

Nella clinica delle difficoltà sessuali è stato dimostrato come gli uomini disfunzionali tendano a focalizzarsi sulle emozioni negative e sulle proprie paure proprio durante l’attività erotica, talvolta interferendo con l’erezione stessa e conseguentemente alimentando il circolo ansioso circa la prestazione sessuale (Barlow, 2002). Alla luce di tale modello è possibile immaginare che gli uomini che si preoccupano per l’aspetto dei genitali possano sperimentare una simile distrazione quando si trovano in intimità, esposti al giudizio proprio e del partner.

Lo spectatoring è stato concettualizzato come una forma di fissazione cognitiva sulle percezioni di sé negative durante l’attività sessuale, focalizzazione su stimoli esterni irrilevanti rispetto alla situazione che comporta difficoltà nell’eccitazione così come nel raggiungimento dell’orgasmo. Il risultato è quello della sensazione di assumere una prospettiva in terza persona, giudicante, che osserva da fuori l’atto sessuale. Il fenomeno si declina in due accezioni differenti, quella di imbarazzo sessuale, ovvero un’autovalutazione circa la percezione che l’altro potrebbe avere, oppure il self-focus sessuale, ovvero un aumento dell’attenzione sul comportamento, la performance o l’attivazione fisica che finisce per deviare l’attenzione dagli stimoli erotici che elicitano la risposta sessuale (Janssen et al 2000) Wiegel et al., 2007).

Un recente studio condotto da Wyatt, de Jong & Holden, che ha coinvolto 549 uomini impegnati in una relazione stabile e sessualmente attiva, si è proposto di indagare se il fenomeno dello spectatoring, risultante delle preoccupazioni riguardo all’aspetto dei genitali maschili, potesse agire come interferenza cognitiva influenzando la funzionalità sessuale in termini di mantenimento dell’eccitazione e raggiungimento dell’orgasmo. Ai partecipanti sono stati somministrati dei questionari self-report volti ad ottenere una misura della preoccupazione circa l’estetica dei genitali, sulle due diverse sottoscale dello spectatoring, l’imbarazzo sessuale e il self-focus sessuale, riportando inoltre una misura delle difficoltà sessuali riscontrate nel mese precedente rispondendo alle due sottoscale relative alla funzionalità erettile e alla funzione orgasmica estratti dall’International Index of Erectile Functioni (Rosen et al., 1997).

In accordo con le aspettative degli autori, dall’analisi statistica è emerso che coloro i quali sperimentavano una preoccupazione maggiore circa l’aspetto o le dimensioni del proprio pene avevano probabilità maggiori di sperimentare imbarazzo sessuale e self-focus negativo durante l’attività sessuale.

A loro volta questi due aspetti dello spectatoring si sono dimostrati predittori di maggiori difficoltà nel mantenere l’erezione e nel raggiungere l’orgasmo, sebbene maggiori studi siano necessari per confermare la natura causale di questa relazione.


Bibliografia
  • Robert B. Wyatt, David C. de Jong & Christopher J. Holden (2018): Spectatoring Mediates the Association Between Penis Appearance Concerns and Sexual Dysfunction, Journal of Sex & Marital Therapy, DOI: 10.1080/0092623X.2018.1526838