Risvolti psicologici della quarantena: la vita post COVID-19

Le nostre vite con l'avvento del COVID - 19 hanno subito dei grandi cambiamenti, ad un tratto hanno visto abbandonare le nostre abitudini, le nostre routine, la nostra libertà.
Adesso con la Fase II, pian piano possiamo riprendere le nostre libertà.
Ma siamo davvero pronti?
Attenzione, il mondo potrebbe non essere come lo abbiamo lasciato!

Per prima cosa, proviamo a capire insieme, ciò che è accaduto e perché abbiamo rinunciato alle nostre libertà?

Il motivo è invisibile, un virus che non possiamo percepire, ma che ha provocato la morte di moltissime persone in tutto il mondo.
Così, la priorità assoluta è divenuta preservare il bene primario, ovvero la vita. Restando chiusi in casa e uscendo solo per motivi strettamente necessari con le dovute cautele, riducendo il rischio di contagio.
Inoltre molte persone, durante questi mesi hanno riportato più e più volte un senso di costrizione e privazione della libertà che supera i confini fisici.
E' vero che la libertà è un diritto inviolabile ma può subire in alcuni casi estremi delle limitazioni, in casi come questo.
Di fatti, come recita l’art.13 della Costituzione Italiana:

"La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione […] se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge [...]Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza."

Quali cambiamenti ha apportato nelle nostre vite, Il COVID - 19?

Ciascuno di noi “era” abituato a ritmi frenetici, tra lavoro, scuola, famiglia, impegni con gli amici, hobby…le giornate erano scandite da ritmi frenetici e 24 ore erano a volte anche poche per far fronte ai tanti impegni. All'improvviso tutti abbiamo dovuto rinunciare a tutto ciò: costretti a casa, a vivere 24h con i nostri familiari: niente più svaghi, niente più spazi propri, ma un unico spazio condiviso.

All'inizio magari questa nuova situazione poteva renderci felici di poterci riposare un po’…ma nessuno immaginava inizialmente tutto questo, la gravità della situazione, il suo perdurare così a lungo.
Inoltre ogni giorno, fin dal mattino venivamo tempestati da informazioni circa il contagio, misure da seguire spesso divergenti, e per concludere la giornata la conta dei morti; con la speranza che ci venisse detto che è tutto finito e potevamo finalmente riappropriarci delle nostre vite.
Invece no, la vecchia vita sembra ormai un ricordo lontano e tutti siamo chiamati a riformulare le nostre priorità e le nostre abitudini.
Allora ecco che si insinua la paura, perché la mente umana ha paura dell’ignoto, il non conosciuto: ci affidiamo a ciò che conosciamo perché ci fa sentire sicuri, tranquilli, protetti, perché ci permette di poter prevedere le conseguenze, rinunciando ad esplorare ciò che è posto in ombra, ciò che è sconosciuto o poco noto, proprio perché riduce la nostra capacità di predire, agire, reagire.

Inoltre questa pandemia ha portato con se un distanziamento sociale ma anche affettivo, con cui la nostra mente doveva convivere, così riassunta "vorrei ma non posso".
In più molte persone si sono scontrate con le proprie situazioni familiari e relazionali già precarie; la gestione coniugale, i figli e incertezze economiche.
Nessuno ne parla, ma immaginate la percentuale di violenze domestiche perpetuate che molte donne son state costrette a subire durante la quarantena.

Abbiamo dovuto imparare a riorganizzare la nostra vita, gestendo a distanza, sopperendo ai nostri bisogni per mezzo di tecnologie informatiche che, adesso sono divenuti parte integrante delle nostre vite; ma ci sono bisogni come quelli affettivi che risultano essere frustrati poiché impossibili da soddisfare completamente a distanza come, il bisogno affettivo e di vicinanza fisica.

Quali sono i risvolti psicologici di questa pandemia? Quando tutto sarà finito come reagirà la mente?
Come confermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), questa situazione ha portato all'acutizzarsi di varie problematiche già presenti e al manifestarsi di una nuova sintomatologia in persone apparentemente compensate.
Principalmente, Si registra un aumento di psicopatologie legate alla sintomatologia ansiosa e depressiva, ma anche associate al trauma.

La mente umana necessita di tempi adeguati per metabolizzare gli eventi, darvi un senso ed accettarli: il COVID-19 rappresenta sicuramente un trauma per ciascuno di noi, esso ha posto una frattura tra un prima e un dopo. Infatti nella vita che vivremo la memoria ci riporterà costantemente ai momenti pre-pandemia e non potremo non provare un senso di sopraffazione perché la nostra capacità di autodeterminazione verrà messa a dura prova!

A tal punto, la parola chiave diventa: RESILIENZA. La definizione psicologica, di questo termine esprime un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

Siamo pronti? Davvero non vediamo l’ora di riaccendere i motori?

Ma teniamoci pronti perché il mondo non sarà come lo abbiamo lasciato: la spensieratezza che fino a gennaio connotava ciascuno di noi, ha lasciato il posto alla paura. Si ha paura di andare al supermercato, si avrà paura di prendere un mezzo pubblico, si avrà paura di incontrare un amico, si avrà paura di fare qualsiasi cosa che prima era automatica. Nel prossimo futuro ogni nostra azione diverrà ragionata e dovremo imparare a convivere con emozioni quali l’ansia, l’angoscia, la tristezza.

Ma dovremmo considerare anche alcuni aspetti positivi che possiamo aver beneficiato da questa situazione, ovvero, apprezzare il silenzio, convivere con i nostri pensieri ed emozioni senza giudicare, dare maggiore valore a ogni istante in cui viviamo imparando a dire "grazie" per ciò che la vita ha da offrire.
Inoltre dovremmo aver appreso e riscoperto l'importanza delle relazioni e dei bisogni affettivi che ognuno di noi possiede.

È imprescindibile non lasciarsi abbattere dal cambiamento, ma trarne insegnamento per la vita futura è quello che possiamo fare.



Dott. Padovani Massimiliano