Eiaculazione precoce: aspetti relazionali e risvolti psicologici.

L' eiaculazione precoce è un disturbo sessuale caratterizzato dalla perdita di controllo eiaculatorio e può essere dovuta da fattori psicologici o fisici, oppure entrambe. Le difficoltà riscontrate coinvolgono la sfera relazionale con il partner e abbassando la qualità di vita dell'individuo.

Dati epidemiologici
L’ eiaculazione precoce colpisce il 20-30% degli uomini ed è caratterizzata dalla perdita o dall'assenza di controllo eiaculatorio, accompagnata spesso da difficoltà interpersonali e stress (Patrick et al., 2005).

Aspetti psicologici
L’ eiaculazione precoce incide su diversi aspetti della vita maschile, come soddisfazione sessuale, autostima sessuale, controllo eiaculatorio, livelli di stress interpersonale e relazioni sentimentali. E’ stata inoltre associata a una serie di effetti psicologici negativi quali ansia e depressione, riguardanti chi ne è affetto ma anche i partner (Rosen, Althof et al., 2008). L’ eiaculazione precoce può costituire un fattore significativo di stress all’interno della coppia, e causare un abbassamento della qualità di vita, dell’autostima, e dell’autoefficacia.
Tuttalpiù, negli uomini single può influenzare negativamente la motivazione a cercare un partner.

Definizione
Ad oggi, una delle definizioni più utilizzate in ambito clinico è quella fornita dal DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013):

A. Una modalità persistente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali, circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’uomo lo desideri.
Nota: Anche se la diagnosi di eiaculazione precoce può essere applicata a individui impegnati in attività sessuali non intravaginali, non sono stati stabiliti specifici criteri di durata per queste attività.
B. I sintomi dei Criterio A devono essere presenti come minimo per circa 6 mesi e devono essere provati in tutte o quasi tutte (circa il 75-100%) le occasioni di attività sessuale (in determinate circostanze situazionali o, se generalizzato, in ogni circostanza).
C. I sintomi del Criterio A causano nell'individuo un disagio clinicamente significativo.
D. La disfunzione sessuale non è meglio spiegata da un disturbo mentale non sessuale o come conseguenza di un grave disagio relazionale o di altri significativi fattori stressanti e non è attribuibile agli effetti di una sostanza/farmaco o di un’altra condizione medica.

Possibili fattori predisponenti
Storicamente ci sono stati diversi tentativi di spiegare le cause dell’ eiaculazione precoce, attraverso teorie sia biologiche che psicologiche. Nel 1970 William Masters e Virginia Johnson, due sessuologi americani, hanno postulato che la eiaculazione precoce sia il risultato di un comportamento appreso, rigettando il punto di vista psicoanalitico di Adler e quello psicosomatico di Schapiro. Sostenevano che l’eiaculazione rapida fosse collegata ai primi rapporti sessuali, in quanto esperienze iniziali connotate da rapidità ed ansia e potevano condizionare gli uomini ad eiaculare velocemente. Non sono stati tuttavia effettuati studi che abbiano messo a confronto le prime esperienze di condizionamento fra uomini con eiaculazione precoce e uomini senza il disturbo, per cui non si può sapere se le esperienze di condizionamento sono specifiche per gli uomini con eiaculazione precoce.

Nel 1998, Waldinger et al. hanno postulato che l’ eiaculazione precoce primaria sia una disfunzione determinata neurobiologicamente e geneticamente, correlata a una ridotta neurotrasmissione serotoninergica e all’ipersensibilità e iposensibilità di specifici recettori 5-HT. Waldinger ha quindi respinto le precedenti ipotesi psicologiche e comportamentiste riguardanti l’eziologia e la patogenesi della eiaculazione precoce primaria. Studi recenti suggeriscono che in alcuni uomini variazioni neurobiologiche e genetiche potrebbero contribuire all’eziopatologia della eiaculazione precoce primaria, e che tale condizione potrebbe essere mantenuta e aggravata da fattori psicologici e ambientali (Janssen et al., 2009).

La eiaculazione precoce acquisita è dovuta generalmente ad ansia da prestazione sessuale (Hartmann et al, 2005), problemi psicologici o relazionali (Hartmann et al., 2005), disfunzione erettile (Laumann et al., 2005), occasionalmente prostatite (Screponi et al., 2001), ipertiroidismo (Carani et al., 2005) o ad astinenza e disintossicazione da farmaci prescritti (Adson e Kotljar, 2003) o consumati a scopo ricreativo (Peugh e Belenko, 2001). Gli uomini affetti da questa problematica sono generalmente anziani, hanno un indice di massa corporea (BMI) più elevato, ed hanno una maggiore incidenza di patologie in comorbilità rispetto agli uomini affetti da eiaculazione precoce primaria, variabile e soggettiva, come ipertensione, disturbo del desiderio sessuale, diabete mellito, prostatite cronica e disfunzione erettile.

L’ansia è stata indicata come causa da diversi autori ed è tuttora comunemente considerata come una delle cause più probabili, nonostante l’evidenza empirica a supporto sia piuttosto scarsa (Jern et al., 2009; Janssen et al., 2009). Diversi autori ipotizzano che l’ansia attivi il sistema nervoso simpatico e riduca la soglia di eiaculazione (Janssen et al., 2009).

Risvolti psicologici e relazionali, nella coppia e nella qualità di vita
L’ eiaculazione precoce infatti può riguardare non solo chi né è affetto, ma anche il/la partner. Nel momento in cui una coppia affronta la eiaculazione precoce la situazione viene definita asincrona (Jannini & Porst, 2011, p.301). Una coppia asincrona può fare sesso anche molto frequentemente, ma la qualità del rapporto è assente o ridotta. Il partner non affetto da eiaculazione precoce può sentirsi deluso o irritato dal fatto che l’altro raggiunga l’orgasmo molto prima. E’ come se non ci fosse sincronizzazione, e questo crea una situazione frustrante per la coppia. Se la qualità del sesso è scarsa a causa dell’eiaculazione precoce, il partner che ne è affetto potrebbe sperimentare emozioni negative, che potrebbero portare a una risposta fisica sfavorevole. Così come in molte disfunzioni sessuali, è il significato che viene conferito al disturbo a poter influenzare il rapporto di coppia (Graziottin et al, 2011, p.306).

Nel momento in cui i significati attribuiti al disturbo portano a rabbia e delusione, sorgono conflitti di coppia che creano un senso di separazione sessuale tra i due partner.

Tuttalpiù, gli uomini affetti da eiaculazione precoce hanno riportato un livello maggiore di stress, bassa autostima, livelli ridotti di funzionamento sessuale e un livello ridotto di qualità di vita (Graziottin et al., 2011, p.305).
Gli uomini single possono essere influenzati dai sentimenti di imbarazzo legati al disturbo, tanto da rinunciare al corteggiamento. In più, il disturbo ha un impatto considerevole sulla vita degli uomini, che hanno una probabilità più alta di sviluppare una disfunzione erettile a causa delle emozioni di vergogna.

Trattamento
Del 20-30% di uomini affetti da eiaculazione precoce, solo il 1-12% ha riferito di aver ricevuto trattamento (Patrick et al., 2005, p.359). Difatti, Cercare un trattamento può rappresentare fonte di imbarazzo e le opzioni di trattamento potrebbero non essere chiare.
Sono presenti forme di trattamento basate sui farmaci, sulla psicoterapia, o su una combinazione delle due cose (Steggall, Fowler, & Pryce, 2008, p.365).
Le tecniche psicologiche più utilizzate prevedono l'esplorazione degli aspetti cognitivi associate all'adozione di aspetti più prettamente comportamentali.

Per quanto riguarda la componente cognitiva, le osservazioni cliniche e i modelli teorici enfatizzano l’importanza delle strutture cognitive centrali (schemi o credenze centrali) sui processi sessuali disfunzionali (Carey, Wincze e Meisler, 1993; McCarthy, 1986; Rosen, Leiblum e Spector, 1994; Sbrocco e Barlow, 1996). Il modello cognitivo-affettivo di Barlow (1986) postula che l’interazione tra l’arousal del sistema nervoso autonomo (attivazione simpatica) e le interferenze cognitive svolga un ruolo centrale nel determinare risposte sessuali funzionali e disfunzionali.
Sbrocco e Barlow (1996) ipotizzano che gli individui affetti da una disfunzione sessuale abbiano solitamente un insieme di credenze sessuali irrealistiche e inaccurate e assumano un atteggiamento rigido e inflessibile. Nel momento in cui questi standard di riferimento elevati e irrazionali non sono soddisfatti possono sorgere implicazioni personali catastrofiche, che facilitano lo sviluppo di una visione di sé negativa (self-schema negativo) e predispongono l’individuo allo sviluppo di difficoltà sessuali. La modificazione di tali schemi negativi può portare a miglioramenti nelle disfunzioni, a un atteggiamento più positivo nei confronti del sesso, a maggiore piacere sessuale e a un miglioramento della relazione di coppia.