Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, APA 2013), il sadismo sessuale è una forma di parafilia sessuale in cui i comportamenti sadici si accentuano fino a diventare dannosi. è una pratica sessuale comunemente riscontrabile tra adulti consenzienti, solitamente di portata limitata, non è nocivo e non soddisfa i criteri clinici per un disturbo parafilico, perciò in tal caso rientrerebbe in una delle declinazioni che la sessualità "normale" può assumere. Tuttavia, il suo divenire patologico e coercitivo dipende dal grado di espressione. Infatti, il sadismo consiste nell'infliggere sofferenze fisiche o psicologiche (es. umiliazione, terrore) sull'altro per stimolare l’eccitazione sessuale e l’orgasmo. . In particolare, per la diagnosi di disturbo da sadismo sessuale è fondamentale che il comportamento sadico venga messo in atto nei confronti di una persona non consenziente. Inoltre, bisogna specificare se avviene in ambiente controllato (individui che vivono in ambienti istituzionali o in altri ambienti dove le possibilità di impegnarsi in comportamenti sessuali sadici sono limitate) e se è in fase di remissione completa, ossia l’individuo non ha messo in atto tali desideri con una persona non consenziente e non si è verificato alcun disagio o compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti della vita di un individuo per almeno 5 anni e all'interno di un ambiente non controllato. Si possono distinguere forme diverse di sadismo: sadismo criminale, sadismo perverso e sadismo nevrotico.
Un comportamento sessuale sadico moderato
Come anticipato, quando il sadismo sessuale comporta la messa in atto di comportamenti, fantasie o impulsi che causano disagio significativo, compromissione comportamentale significativa o danno ad altri, si parla di disturbo da sadismo sessuale
La maggior parte degli studi ha evidenziato che il comportamento sadico sembra essere particolarmente presente nel contesto criminale e in psichiatria forense. Quando viene praticato con partner non consenzienti, il sadismo sessuale costituisce un’attività criminale e generalmente continua sino a che il soggetto che attua comportamenti sadici non venga arrestato; tuttavia, esso non è sinonimo di abuso sessuale, ma una complessa miscela di sesso e potere sulla vittima. In particolare, uno studio dimostra che la percentuale di autori di reati sessuali maschili con diagnosi di sadismo sessuale era del 4,4%, ma il tratto è presente in una percentuale molto più elevata di persone che hanno commesso omicidi motivati sessualmente (Eher et al., 2019).
Altri studi, invece, erano focalizzati su una possibile analisi dell’eziologia del disturbo sadico coercitivo e degli elementi coinvolti evidenziando che il legame tra sadismo e coercizione sessuale non può essere attribuito a cause genetiche o esclusivamente all'ambiente familiare. Inoltre, è stata evidenziata una correlazione significativa tra il disturbo sadico sessuale e il disturbo antisociale di personalità e disturbo della condotta (Baur et al., 2016).
In conclusione, gran parte degli studi sostengono, in termini clinici, una struttura dimensionale del sadismo sessuale che non preclude l’uso di etichette e soglie diagnostiche, ma lo definiscono piuttosto un continuum che prevede diverse manifestazioni comportamentali.
Bibliografia