Indagine sull'utilizzo del materiale pornografico ai tempi del Covid-19
Le conseguenze del COVID-19 hanno avuto un grande impatto sulla sfera relazionale e sessuale. La situazione di isolamento e la sospensione della routine quotidiana potrebbero aver portato a un incremento della fruizione della pornografia. E’ davvero così?
I DPCM che si sono susseguiti nel periodo dell’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno portato ad un cambiamento radicale nella vita di ogni persona. Il distanziamento sociale e l’isolamento nelle proprie abitazioni sono state le principali cause di difficoltà di varia natura, tra cui si collocano anche quelle della sfera relazionale e sessuale.
Tutte le relazioni hanno subito un drastico cambiamento e rottura della propria routine. È stato pertanto possibile ipotizzare tre differenti tipologie di relazioni durante questo periodo:
Coppie conviventi:
in questo caso la sessualità era permessa e del tutto sicura, a patto che entrambi i partner rispettassero le norme di sicurezza di prevenzione Covid-19. Il periodo del lockdown può essere stato usato per riscoprire una sessualità più serena e senza fretta. Può essere stata l’occasione per dare spazio a nuove pratiche, a nuovi giochi o ad una maggior intimità relazionale. Al contrario, le coppie con figli in casa hanno potuto avere una maggior difficoltà nella gestione dell’attività sessuale all’interno delle mura domestiche e una diminuzione drastica dei momenti da dedicare solamente alla coppia.
Coppie a distanza:
l’impossibilità di potersi vedere fisicamente ha portato all’utilizzo della tecnologia per ricercare una sorta di vicinanza. Quindi sexting, chat o chiamate sono stati sicuramente mezzi importanti per mantenere accesa la sessualità nella relazione.
Single: sono state le persone più sacrificate in questo periodo. Questo perché hanno dovuto rinunciare ad avere qualsiasi tipo di conoscenza fisica che avrebbe potuto portare all’instaurare una nuova relazione o solamente ad iniziare un’attività sessuale. L’unico mezzo per scaricare la tensione erotica è stata la masturbazione.
Le attività sessuali online
Internet viene utilizzato nella quotidianità dalla maggior parte della popolazione mondiale e sta diventando uno strumento sempre più essenziale nella vita di una persona (Vianzone, 2017).
L’isolamento e il distanziamento sociale hanno fatto sì che la maggior parte delle persone navigassero nel web utilizzandolo anche come mezzo per la soddisfazione sessuale attraverso l’uso di pornografia, chat erotiche o praticando sexting.
Infatti internet può essere sia visto come un’alternativa per soddisfare i propri bisogni sessuali, sia usato come un’estensione della vita sessuale con il/la proprio/a partner, al fine di sperimentare nuove pratiche o confrontarsi con gruppi di minoranze sessuali (Eleuteri et al., 2012).
La pornografia online e le chat room offrono quotidianamente la possibilità di entrare in contatto con diverse preferenze e pratiche sessuali. Molti autori identificano questi comportamenti con il nome di Attività Sessuali Online (ASO), mentre tutte le pratiche in cui viene utilizzato materiale esplicito (video o foto), in letteratura, vengono identificate con l’acronimo SEMI (Sexually Explicit Material on the Internet) (Eleuter et al., 2012).
Copper (1998) ha ideato il modello delle 3 A per comprendere meglio la forza e l’attrattività del web, individuando tre elementi di forza:
Per quanto riguarda gli utenti che utilizzano ASO troviamo i partner, i solitari e i parafilici. I primi sono persone che hanno una relazione esistente e stabile offline e utilizzano la modalità virtuale per arricchire la propria attività sessuale, ricercando nuove pratiche o nuovi stimoli. Per quanto riguarda le persone solitarie, la motivazione principale è quella di ricercare un piacere erotico attraverso la masturbazione o la ricerca di partner sessuali offline. Gli ultimi, i parafilici, trovano spazio nell’ASO per individuare pratiche sessuali minoritarie e non convenzionali e per poterle condividere, o anche solo per avere un confronto, con le comunità che possono essersi sviluppate nel web (Cosmi, 2009).
Indagine Start&Up
Ipotizzando alcuni cambiamenti relativi al comportamento sessuale nel periodo di lockdown, all’interno del progetto social Start&Up, è stato condotto un’indagine descrittiva per valutare un eventuale incremento o diminuzione della visione di materiale pornografico on line.
L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario divulgato tramite canali social (principalmente Facebook ed Instagram) con campionamento casuale. Il campione è composto da 203 persone provenienti da diverse zone d’Italia: il 52% dal centro Italia, il 30% dal nord, mentre il 18% dal sud e isole.
Inizialmente l’attenzione è stata posta sull’eventuale cambiamento del desiderio sessuale durante il lockdown e dal grafico che segue possiamo notare come il 24% dei partecipanti ha manifestato una diminuzione.
E’ stato possibile osservare una diminuzione della fruizione di materiale pornografico durante il lockdown. Prima di tale periodo, il 59% del campione ne faceva uso, con la seguente frequenza:
La maggior parte delle persone ha dichiarato di visionare materiale pornografico quando è solo (96%), mentre solo una minima parte insieme al/alla partner (4%).
Le motivazioni che hanno spinto all’utilizzo della pornografia sono state:
La situazione di isolamento e la sospensione della routine quotidiana hanno portato ad ipotizzare un incremento della fruizione della pornografia, considerando anche gli abbonamenti gratuiti offerti da diverse piattaforme pornografiche; i dati emersi invece non hanno confermato tale ipotesi. E’ pur vero che questa indagine presenta dei limiti: in primis un campione relativamente piccolo, il che lo rende poco rappresentativo della popolazione italiana; inoltre non sono state effettuate analisi di correlazione tra le diverse variabili, quindi non è stato possibile stabilire un legame di causa-effetto tra queste.
Bibliografia
I DPCM che si sono susseguiti nel periodo dell’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno portato ad un cambiamento radicale nella vita di ogni persona. Il distanziamento sociale e l’isolamento nelle proprie abitazioni sono state le principali cause di difficoltà di varia natura, tra cui si collocano anche quelle della sfera relazionale e sessuale.
Tutte le relazioni hanno subito un drastico cambiamento e rottura della propria routine. È stato pertanto possibile ipotizzare tre differenti tipologie di relazioni durante questo periodo:
Coppie conviventi:
in questo caso la sessualità era permessa e del tutto sicura, a patto che entrambi i partner rispettassero le norme di sicurezza di prevenzione Covid-19. Il periodo del lockdown può essere stato usato per riscoprire una sessualità più serena e senza fretta. Può essere stata l’occasione per dare spazio a nuove pratiche, a nuovi giochi o ad una maggior intimità relazionale. Al contrario, le coppie con figli in casa hanno potuto avere una maggior difficoltà nella gestione dell’attività sessuale all’interno delle mura domestiche e una diminuzione drastica dei momenti da dedicare solamente alla coppia.
Coppie a distanza:
l’impossibilità di potersi vedere fisicamente ha portato all’utilizzo della tecnologia per ricercare una sorta di vicinanza. Quindi sexting, chat o chiamate sono stati sicuramente mezzi importanti per mantenere accesa la sessualità nella relazione.
Single: sono state le persone più sacrificate in questo periodo. Questo perché hanno dovuto rinunciare ad avere qualsiasi tipo di conoscenza fisica che avrebbe potuto portare all’instaurare una nuova relazione o solamente ad iniziare un’attività sessuale. L’unico mezzo per scaricare la tensione erotica è stata la masturbazione.
Le attività sessuali online
Internet viene utilizzato nella quotidianità dalla maggior parte della popolazione mondiale e sta diventando uno strumento sempre più essenziale nella vita di una persona (Vianzone, 2017).
L’isolamento e il distanziamento sociale hanno fatto sì che la maggior parte delle persone navigassero nel web utilizzandolo anche come mezzo per la soddisfazione sessuale attraverso l’uso di pornografia, chat erotiche o praticando sexting.
Infatti internet può essere sia visto come un’alternativa per soddisfare i propri bisogni sessuali, sia usato come un’estensione della vita sessuale con il/la proprio/a partner, al fine di sperimentare nuove pratiche o confrontarsi con gruppi di minoranze sessuali (Eleuteri et al., 2012).
La pornografia online e le chat room offrono quotidianamente la possibilità di entrare in contatto con diverse preferenze e pratiche sessuali. Molti autori identificano questi comportamenti con il nome di Attività Sessuali Online (ASO), mentre tutte le pratiche in cui viene utilizzato materiale esplicito (video o foto), in letteratura, vengono identificate con l’acronimo SEMI (Sexually Explicit Material on the Internet) (Eleuter et al., 2012).
Copper (1998) ha ideato il modello delle 3 A per comprendere meglio la forza e l’attrattività del web, individuando tre elementi di forza:
- Access (accessibilità);
- Affordability (economicità);
- Anonimity (anonimato).
- Ricerca di partner sessuali;
- Divertimento sessuale;
- Divertimento sessuale online (chat erotica, sesso via webcam);
- Gratificazione sessuale;
- Auto-esplorazione;
Per quanto riguarda gli utenti che utilizzano ASO troviamo i partner, i solitari e i parafilici. I primi sono persone che hanno una relazione esistente e stabile offline e utilizzano la modalità virtuale per arricchire la propria attività sessuale, ricercando nuove pratiche o nuovi stimoli. Per quanto riguarda le persone solitarie, la motivazione principale è quella di ricercare un piacere erotico attraverso la masturbazione o la ricerca di partner sessuali offline. Gli ultimi, i parafilici, trovano spazio nell’ASO per individuare pratiche sessuali minoritarie e non convenzionali e per poterle condividere, o anche solo per avere un confronto, con le comunità che possono essersi sviluppate nel web (Cosmi, 2009).
Indagine Start&Up
Ipotizzando alcuni cambiamenti relativi al comportamento sessuale nel periodo di lockdown, all’interno del progetto social Start&Up, è stato condotto un’indagine descrittiva per valutare un eventuale incremento o diminuzione della visione di materiale pornografico on line.
L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario divulgato tramite canali social (principalmente Facebook ed Instagram) con campionamento casuale. Il campione è composto da 203 persone provenienti da diverse zone d’Italia: il 52% dal centro Italia, il 30% dal nord, mentre il 18% dal sud e isole.
Inizialmente l’attenzione è stata posta sull’eventuale cambiamento del desiderio sessuale durante il lockdown e dal grafico che segue possiamo notare come il 24% dei partecipanti ha manifestato una diminuzione.
E’ stato possibile osservare una diminuzione della fruizione di materiale pornografico durante il lockdown. Prima di tale periodo, il 59% del campione ne faceva uso, con la seguente frequenza:
- 61% 1-2 volte la settimana;
- 29% 3-4 volte la settimana;
- 10% tutti i giorni.
La maggior parte delle persone ha dichiarato di visionare materiale pornografico quando è solo (96%), mentre solo una minima parte insieme al/alla partner (4%).
Le motivazioni che hanno spinto all’utilizzo della pornografia sono state:
- desiderio sessuale (51%);
- noia (19%);
- stress o ansia (6%);
- combinazione di più fattori (24%).
La situazione di isolamento e la sospensione della routine quotidiana hanno portato ad ipotizzare un incremento della fruizione della pornografia, considerando anche gli abbonamenti gratuiti offerti da diverse piattaforme pornografiche; i dati emersi invece non hanno confermato tale ipotesi. E’ pur vero che questa indagine presenta dei limiti: in primis un campione relativamente piccolo, il che lo rende poco rappresentativo della popolazione italiana; inoltre non sono state effettuate analisi di correlazione tra le diverse variabili, quindi non è stato possibile stabilire un legame di causa-effetto tra queste.
Bibliografia
- Eleuteri, S., Rossi, R., Tripodi, F. & Simonelli, C. (2012). Attività sessuale online (ASO) Nuove frontiere e nuovi rischi dell’utilizzo di internet per scopi sessuali. Rivista di Sessuologia Clinica, XIX, 2012/2.
- Cosmi V., Pierleoni L., Simonelli C. & Fabrizi A. (2009). Cybersex: nuove forme di dipendenza sessuale. Rivista di sessuologia Clinica, XVI, 2009/1.
- Viazone S. (2017). Internet sessualità e benessere. Rivista di Sessuologia Clinica, XXIII, 2017/2.
- Cooper A. (1998). Sexuality and the internet: suffing into the new millennium. CyberPsychology and Behaviour, 1: 181-7.
- Griffiths, M. (2000). Excessive Internet use: Implications for sexual behavior. CyberPsychology & Behavior, 3(4), 537-552.