Disturbo dell'eccitazione sessuale femminile: Quali correlazioni con i disturbi dell'alimentazione?
Dal punto di vista psicologico, cibo e sesso hanno molti aspetti in comune: sono entrambi fonti di piacere e gratificazione per l’individuo ed esprimono bisogni fondamentali legati alla vita, alla sopravvivenza fisica e affettiva.
L’eccitazione sessuale
Nel DSM-5 (2013) tra le disfunzioni sessuali è stato introdotto il Disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile.
Nell’atto sessuale, l’eccitazione rappresenta la sua fase centrale, cioè una reazione alla stimolazione sessuale, di tipo mentale o emotivo che è appunto soggettiva, ed una fisica come gonfiore, formicolio o sensazione di pulsazione nell’area genitale oppure umidità vaginale.
Come riportato dalla letteratura scientifica, il desiderio sessuale appare influenzato da fattori socio-biologici (genere, età, disturbi ormonali) ma anche da fattori psicologici (percezione di sè, depressione, ecc.), fattori relazionali (comunicazione interpersonale) e contestuali (Træen, Martinussen, Öberg, & Kavli, 2007). Il desiderio sessuale quindi rappresenta il frutto di una complessa azione esercitata da vari elementi a livello cognitivo (pensieri), affettivo (umore) e neurofisiologico (eccitabilità) (Kingsberg, 2010).
L’eccitazione è spiegabile come una tensione emotiva e corporea, che induce attivazione. Essa è, quindi, come l’orgasmo, un fenomeno per lo più fisico che prevede, nella donna, la lubrificazione vaginale e una serie di reazioni di tipo neurovegetativo, muscolare ed endocrino.
Esposito e collaboratori (2017), all’interno della loro rassegna, affermano che:
La risposta sessuale umana è stata inizialmente descritta da Masters e Johnson come un processo lineare composto da fasi distinte (eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione), più tardi modificato da Kaplan nel modello a tre fasi, comprendenti il desiderio, l’eccitazione e l’orgasmo. Secondo l’elaborazione di Basson, la sessualità femminile si articolerebbe in una dinamica ciclica, nella quale sono in gioco fattori emozionali e relazionali. L’attività sessuale viene generalmente stimolata dal desiderio, che può insorgere spontaneamente o essere condizionato da stimolazioni esogene o dal ricordo di esperienze soddisfacenti. L’eccitazione sessuale include l’eccitazione soggettiva/psicologica, insieme all’eccitazione genitale. Entrambe le forme di eccitazione vengono spesso distinte l’una dall’altra, dal momento che donne sane con disordini dell’eccitazione soggettiva mostrano una normale vaso-congestione in risposta a stimoli erotici degli ormoni sessuali sono richiesti per una fisiologica funzione. (K. Esposito, M.I. Maiorino, 2017
Il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile
Coloro a cui viene diagnosticato il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile hanno, come caratteristica principale, l’incapacità di raggiungere ed esperire una “normale” eccitazione femminile spiegabile come l’arrivare e mantenere, fino alla fine dell’atto sessuale, una lubrificazione vaginale in risposta ad un’eccitazione sessuale. La donna, in questo caso, non ha la percezione fisica dell’attivazione sessuale e, infatti durante l’atto, non si verifica il gonfiore dei genitali né la lubrificazione.
Questo disturbo che è tale, se e solo se, i sintomi si protraggono per almeno 6 mesi e causano disagio clinicamente significativo, può essere accompagnato da dolore durante il rapporto sessuale ed è infatti possibile che, a causa di ciò, la donna cominci ad evitare i rapporti sessuali.
Ricerche
Dal punto di vista psicologico, cibo e sesso hanno molti aspetti in comune: sono entrambi fonti di piacere e gratificazione per l’individuo. Entrambi, inoltre, esprimono bisogni fondamentali legati alla vita, alla sopravvivenza fisica e affettiva.
Tra i vari ricercatori, Brotto e collaboratori nel 2017 hanno effettuato uno studio con lo scopo di esplorare, nella popolazione generale femminile, quante donne esperissero un basso desiderio sessuale. Nella sua indagine, è emerso che un terzo delle donne ha sperimentato un basso desiderio sessuale per un tempo variabile nel corso di quell’anno.
Altri studi hanno indagato meglio il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile focalizzandosi sulla relazione con i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sebbene la malnutrizione possa influenzare la libido, altre caratteristiche centrali dei disturbi alimentari, come l’immagine corporea distorta, l’insoddisfazione del corpo e la vergogna, possono anche compromettere il sano funzionamento sessuale e le relazioni tra individui che lottano con la patologia alimentare. Gli scienziati, perciò, hanno ipotizzato che i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione siano in comorbidità con la diagnosi di disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione femminile (A. Graziottin, 2004). Le basi neurobiologiche del desiderio per il cibo e per il sesso sono sottese entrambe dalla stessa via neurobiologica che ha come neurotrasmettitore la dopamina. Sia l’atto sessuale che l’alimentazione sono influenzati dalle emozioni che si esperiscono. Lo studio di Pinheiro e collaboratori, pubblicato sull’International Journal of Eating Disorder nel 2009, in questo campo, ha infatti evidenziato correlazioni in particolare con l’Anoressia Nervosa e con la Bulimia nervosa.
Al contrario, non sono stati ancora effettuati studi per verificare se il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile sia in correlazione con altri disturbi dell’alimentazione, come ad esempio il Binge Eating Disorder. Da pochi mesi però, è stato esposto al convegno di Riccione della scuola di Psicoterapia cognitivo-comportamentale del network Studi Cognitivi, un poster relativo ad un’indagine preliminare di Cavallaro, Cipriano e Colombo (2019) sulla popolazione generale femminile e, i primi risultati, hanno evidenziato una correlazione tra disturbo dell’eccitazione sessuale femminile e Binge Eating Disorder.
Ma non solo, è stato anche evidenziato che le donne con questo tipo di disturbo presentano meta-credenze positive sul rimuginio. Questi dati ci fanno riflettere su come il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile potrebbe essere in comorbidità anche con l’obesità: la sovra-alimentazione potrebbe avere un ruolo potenzialmente antisessuale in quanto, in acuto, un pasto abbondante, ricco di grassi e proteine, potrebbe rallentare la risposta sessuale fisica fino a bloccarla, perché causerebbe una vera e propria dispepsia acuta da sovraccarico alimentare, che “sequestra” molto più sangue a livello intestinale, per la digestione appesantita, sottraendolo al circuito sessuale. L’eccesso di alimentazione, se protratto, porterebbe al sovrappeso fino alla franca obesità, con tutti i problemi associati d’immagine corporea, con crollo dell’autostima e crescente depressione, potenti nemici del desiderio sessuale.
Trattamento
Il trattamento per le pazienti con disturbi dell’eccitazione e del desiderio sessuale femminile richiede diversi step ed interventi. Infatti, come discusso precedentemente, il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile è spesso in comorbidità con un disturbo dell’alimentazione e della nutrizione. E’ perciò auspicabile prima lavorare sul disturbo della nutrizione e dell’alimentazione e, solo in un secondo momento, sul disturbo sessuale. Il primo passo così, è comprendere e modificare le cause, spesso emotive o relazionali, del disturbo del comportamento alimentare e solo in seguito intervenire sul disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile. A tal proposito, il trattamento per questo tipo di disturbo, richiede diverse fasi comprensive di psico-educazione: dare gli strumenti affinché le persone possano accedere alla conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), al fine di migliorare la consapevolezza del proprio corpo (esplorazione visiva e cinestesica) e migliorare la comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, e prendere coscienza dell’esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso. Dopo quindi un buon assessment e la fase introduttiva di psico-educazione, si procede con la terapia cognitivo-comportamentale al fine di conoscersi meglio, di conoscere meglio se stessi in relazione con l’altro, conoscere il proprio piacere e i propri vissuti. A tutto ciò si aggiungono anche esercizi comportamentali, come ad esempio gli esercizi di Kegel per migliorare la sensibilità vaginale, la capacità di eccitamento e di orgasmo. Essendo un disturbo che può presentarsi con diversa severità è consigliabile un tipo di intervento multidisciplinare. Accanto alla terapia psicologica, è auspicabile la presenza di un medico che valuti la prescrizione di farmaci che stimolino il sistema nervoso simpatico, nonché il flusso sanguigno e alcune componenti del sistema nervoso. Attualmente, gli interventi medici/fisici per il disturbo da eccitazione sessuale femminile sono ancora in fase di sperimentazione.
Bibliografia
L’eccitazione sessuale
Nel DSM-5 (2013) tra le disfunzioni sessuali è stato introdotto il Disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile.
Nell’atto sessuale, l’eccitazione rappresenta la sua fase centrale, cioè una reazione alla stimolazione sessuale, di tipo mentale o emotivo che è appunto soggettiva, ed una fisica come gonfiore, formicolio o sensazione di pulsazione nell’area genitale oppure umidità vaginale.
Come riportato dalla letteratura scientifica, il desiderio sessuale appare influenzato da fattori socio-biologici (genere, età, disturbi ormonali) ma anche da fattori psicologici (percezione di sè, depressione, ecc.), fattori relazionali (comunicazione interpersonale) e contestuali (Træen, Martinussen, Öberg, & Kavli, 2007). Il desiderio sessuale quindi rappresenta il frutto di una complessa azione esercitata da vari elementi a livello cognitivo (pensieri), affettivo (umore) e neurofisiologico (eccitabilità) (Kingsberg, 2010).
L’eccitazione è spiegabile come una tensione emotiva e corporea, che induce attivazione. Essa è, quindi, come l’orgasmo, un fenomeno per lo più fisico che prevede, nella donna, la lubrificazione vaginale e una serie di reazioni di tipo neurovegetativo, muscolare ed endocrino.
Esposito e collaboratori (2017), all’interno della loro rassegna, affermano che:
La risposta sessuale umana è stata inizialmente descritta da Masters e Johnson come un processo lineare composto da fasi distinte (eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione), più tardi modificato da Kaplan nel modello a tre fasi, comprendenti il desiderio, l’eccitazione e l’orgasmo. Secondo l’elaborazione di Basson, la sessualità femminile si articolerebbe in una dinamica ciclica, nella quale sono in gioco fattori emozionali e relazionali. L’attività sessuale viene generalmente stimolata dal desiderio, che può insorgere spontaneamente o essere condizionato da stimolazioni esogene o dal ricordo di esperienze soddisfacenti. L’eccitazione sessuale include l’eccitazione soggettiva/psicologica, insieme all’eccitazione genitale. Entrambe le forme di eccitazione vengono spesso distinte l’una dall’altra, dal momento che donne sane con disordini dell’eccitazione soggettiva mostrano una normale vaso-congestione in risposta a stimoli erotici degli ormoni sessuali sono richiesti per una fisiologica funzione. (K. Esposito, M.I. Maiorino, 2017
Il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile
Coloro a cui viene diagnosticato il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile hanno, come caratteristica principale, l’incapacità di raggiungere ed esperire una “normale” eccitazione femminile spiegabile come l’arrivare e mantenere, fino alla fine dell’atto sessuale, una lubrificazione vaginale in risposta ad un’eccitazione sessuale. La donna, in questo caso, non ha la percezione fisica dell’attivazione sessuale e, infatti durante l’atto, non si verifica il gonfiore dei genitali né la lubrificazione.
Questo disturbo che è tale, se e solo se, i sintomi si protraggono per almeno 6 mesi e causano disagio clinicamente significativo, può essere accompagnato da dolore durante il rapporto sessuale ed è infatti possibile che, a causa di ciò, la donna cominci ad evitare i rapporti sessuali.
Ricerche
Dal punto di vista psicologico, cibo e sesso hanno molti aspetti in comune: sono entrambi fonti di piacere e gratificazione per l’individuo. Entrambi, inoltre, esprimono bisogni fondamentali legati alla vita, alla sopravvivenza fisica e affettiva.
Tra i vari ricercatori, Brotto e collaboratori nel 2017 hanno effettuato uno studio con lo scopo di esplorare, nella popolazione generale femminile, quante donne esperissero un basso desiderio sessuale. Nella sua indagine, è emerso che un terzo delle donne ha sperimentato un basso desiderio sessuale per un tempo variabile nel corso di quell’anno.
Altri studi hanno indagato meglio il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile focalizzandosi sulla relazione con i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sebbene la malnutrizione possa influenzare la libido, altre caratteristiche centrali dei disturbi alimentari, come l’immagine corporea distorta, l’insoddisfazione del corpo e la vergogna, possono anche compromettere il sano funzionamento sessuale e le relazioni tra individui che lottano con la patologia alimentare. Gli scienziati, perciò, hanno ipotizzato che i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione siano in comorbidità con la diagnosi di disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione femminile (A. Graziottin, 2004). Le basi neurobiologiche del desiderio per il cibo e per il sesso sono sottese entrambe dalla stessa via neurobiologica che ha come neurotrasmettitore la dopamina. Sia l’atto sessuale che l’alimentazione sono influenzati dalle emozioni che si esperiscono. Lo studio di Pinheiro e collaboratori, pubblicato sull’International Journal of Eating Disorder nel 2009, in questo campo, ha infatti evidenziato correlazioni in particolare con l’Anoressia Nervosa e con la Bulimia nervosa.
Al contrario, non sono stati ancora effettuati studi per verificare se il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile sia in correlazione con altri disturbi dell’alimentazione, come ad esempio il Binge Eating Disorder. Da pochi mesi però, è stato esposto al convegno di Riccione della scuola di Psicoterapia cognitivo-comportamentale del network Studi Cognitivi, un poster relativo ad un’indagine preliminare di Cavallaro, Cipriano e Colombo (2019) sulla popolazione generale femminile e, i primi risultati, hanno evidenziato una correlazione tra disturbo dell’eccitazione sessuale femminile e Binge Eating Disorder.
Ma non solo, è stato anche evidenziato che le donne con questo tipo di disturbo presentano meta-credenze positive sul rimuginio. Questi dati ci fanno riflettere su come il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile potrebbe essere in comorbidità anche con l’obesità: la sovra-alimentazione potrebbe avere un ruolo potenzialmente antisessuale in quanto, in acuto, un pasto abbondante, ricco di grassi e proteine, potrebbe rallentare la risposta sessuale fisica fino a bloccarla, perché causerebbe una vera e propria dispepsia acuta da sovraccarico alimentare, che “sequestra” molto più sangue a livello intestinale, per la digestione appesantita, sottraendolo al circuito sessuale. L’eccesso di alimentazione, se protratto, porterebbe al sovrappeso fino alla franca obesità, con tutti i problemi associati d’immagine corporea, con crollo dell’autostima e crescente depressione, potenti nemici del desiderio sessuale.
Trattamento
Il trattamento per le pazienti con disturbi dell’eccitazione e del desiderio sessuale femminile richiede diversi step ed interventi. Infatti, come discusso precedentemente, il disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile è spesso in comorbidità con un disturbo dell’alimentazione e della nutrizione. E’ perciò auspicabile prima lavorare sul disturbo della nutrizione e dell’alimentazione e, solo in un secondo momento, sul disturbo sessuale. Il primo passo così, è comprendere e modificare le cause, spesso emotive o relazionali, del disturbo del comportamento alimentare e solo in seguito intervenire sul disturbo del desiderio e dell’eccitazione sessuale femminile. A tal proposito, il trattamento per questo tipo di disturbo, richiede diverse fasi comprensive di psico-educazione: dare gli strumenti affinché le persone possano accedere alla conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), al fine di migliorare la consapevolezza del proprio corpo (esplorazione visiva e cinestesica) e migliorare la comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, e prendere coscienza dell’esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso. Dopo quindi un buon assessment e la fase introduttiva di psico-educazione, si procede con la terapia cognitivo-comportamentale al fine di conoscersi meglio, di conoscere meglio se stessi in relazione con l’altro, conoscere il proprio piacere e i propri vissuti. A tutto ciò si aggiungono anche esercizi comportamentali, come ad esempio gli esercizi di Kegel per migliorare la sensibilità vaginale, la capacità di eccitamento e di orgasmo. Essendo un disturbo che può presentarsi con diversa severità è consigliabile un tipo di intervento multidisciplinare. Accanto alla terapia psicologica, è auspicabile la presenza di un medico che valuti la prescrizione di farmaci che stimolino il sistema nervoso simpatico, nonché il flusso sanguigno e alcune componenti del sistema nervoso. Attualmente, gli interventi medici/fisici per il disturbo da eccitazione sessuale femminile sono ancora in fase di sperimentazione.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th ed.; American Psychiatric Publishing: Arlington, TX, USA, 2013.
- Basson R. Women’s sexual dysfunc- tion: revised and expanded defini- tions. CMAJ 2005;172:1327-33.
- Brotto, L.; Petkau, A.; Labrie, F.; Basson, R. (2011). Predictors of sexual desire disorders in women.The journal of sexual medicine, Vol. 8, Iss. 3, pp. 742 – 753.
- Cavallaro M., Cipriano G., Colombo M., Il Disturbo del Desiderio e dell’Eccitazione Sessuale Femminile e il Binge Eating Desorder, Poster presentato a Riccione 2019.
- Graziottin, A.(2004a). Sessuologia Medica Femminile. In: Di Rienzo, G.C. (Ed.), Manuale di Ginecologia. Roma, Verduci (in press)
- K. Esposito, M.I. Maiorino, Sessualità nella donna con diabete, GIORNALE ITALIANO DI DIABETOLOGIA E METABOLISMO 2017;37:258-265
- Kingsberg, S. (2010). Hypoactive sexual desire disorder: When is low sexual desire a sexual dysfunction?. Journal Of Sexual Medicine, 7(8), 2907-2908
- Lori A. Brotto (2017) , Evidence-based treatments for low sexual desire in women, Frontiers in Neuroendocrinology, 2017
- ORIGINAL RESEARCH Reduced sexual desire in a random sample of Norwegian couples* BENTE TRÆEN, MONICA MARTINUSSEN, KATARINA O ̈ BERG & HA ̊ KON KAVLI, Sexual and Relationship Therapy Vol 22, No. 3, August 2007.
- Poyastro Pinheiro A, T.J. Raney Laura M. Thornton, Manfred M. Fichter, Wade H. Berrettini, David Goldman, Katherine A. Halmi, Allan S. Kaplan, Michael Strober,Janet Treasure, D. Blake Woodside, Walter H. Kaye, Cynthia M. Bulik, Sexual functioning in women with eating disorders, International Journal Of Eating Disorder, 2009.